Copagri sollecita l’Ersa: si intervenga sulle uova per eliminare le cimici.

Copagri sollecita l’Ersa: si intervenga sulle uova per eliminare le cimici.

Copagri sollecita l’Ersa: si intervenga sulle uova per eliminare le cimici, l’invasione va avanti da troppi anni

Udine, 13 Novembre 2019: Tutte le parti in causa “hanno il dovere di trovare un modo naturale per controllare lo sviluppo delle uova, ovvero limitare all’origine il proliferare di questa piaga. Dobbiamo rompere il ciclo.” Un invito che suona come un grido d’aiuto quello di Valentino Targato, presidente regionale di Copagri (l’organizzazione professionale agricola che annovera circa 500aziende associate in regione), che rimarca il concetto del “metodo che sia il più compatibile possibile con l’ambiente. Anche perchè di tempo se ne è perso già abbastanza. Siamo di fronte a un’emergenza, è vero, ma è da ormai tre anni che questa emergenza esiste. E nel frattempo ha avuto ripercussioni anche sul sociale: la cimice è ovunque. Cosa ne penso dell’introduzione o di implementare la presenza di “nemici” naturali della cimice? Ben venga qualsiasi idea. E che si tratti di formiche volanti o di vespe samurai poco importa: è fondamentale muoversi, anche andando per tentativi se necessario. È evidente che non possiamo andare avanti con gli agrofarmaci, i pesticidi insomma. Dico questo pur sottolineando l’apprezzamento per quanto stanno facendo la Regione e l’assessore Zannier.”

Una “fretta”, quella manifestata da Targato, legata anche al fatto che il picco dell’emergenza deve ancora arrivare. “A maggio c’è la schiusa delle uova della cimice, ma quest’anno la loro “eplosione” è stata rallentata dal meteo, ha fatto più freddo della media. Tra fine giugno e settembre, però, la “popolazione” raggiungerà il suo picco e si è già visto che non la si ferma con rimedi tampone perché c’è continua rigenerazione, il ciclo non si fermerà mai se non viene neutralizzato alla base. In passato si parlava di milioni di esemplari, ora dobbiamo parlare di miliardi, siamo ormai a numeri stratosferici. Ma, lo ripeto: in natura c’è sempre il “controllo”, il rimedio naturale da qualche parte c’è. In questo credo che l’Ersa abbia esitato troppo, diciamo così.”

Miliardi di esemplari, per “milioni di danni alle nostre coltivazioni, ogni anno. L’immagine più eloquente restano le colture con frutto pendente, quindi frutteti e coltivazioni di mais, ma anche gli ortaggi, dove la cimice va a bucare e succhiare: è lì il danno. Perché oltre alla perdita vera e propria della merce dobbiamo considerare le spese per i trattamenti e l’attività di selezione del prodotto “buono”, non infettato.”

Danni non più accettabili secondo il presidente di Copragri Fvg: “Si è superato il limite, è un’invasione. La situazione è sfuggita di mano e dobbiamo riprendercela. Così come una decina di anni fa è stato risolto il problema dell’Ifantria, il bruco americano che attaccava tutte le foglie palmate, le foglie aperte insomma. Anche in quella circostanza si era inserito un antagonista naturale, con merito dell’Ersa: speriamo che l’esito, quest’anno, sia lo stesso.”



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